· 

FABULA RASA /61 La città di Christine

Nell’autunno medioevale una donna di origini veneziane,  trasferitasi alla corte di Francia col padre medico e astrologo, divenne la prima scrittrice di professione. Eh, sì, a Cristina da Pezzano, o meglio Christine de Pizan (1365ca. - 1430ca.) dobbiamo l’origine dell’annosa questione femminile. Grazie  alla lettura di autori come de Meun, Mateolo, Boccaccio, germogliò nel suo seno il seme che diede vita a La città delle dame, scritta tra il 1404 e il 1405.

Assetata di conoscenza ed esclusa da una istruzione completa riservata solo ai maschi, la nostra arricchì il proprio sapere alla Biblioteca Reale del Louvre grazie all’accesso che ne aveva il padre.

Il felice matrimonio con il segretario del re fu tragicamente interrotto dalla morte prematura del marito che la lasciò con tre figli  (doveva inoltre provvedere alla madre rimasta a sua volta vedova).  Cristina,  sola, dolente e quieta, / sola senza più amico, non si perse d’animo e si districò, con difficoltà ma con tenacia, per lunghi anni, tra le gravose difficoltà, finanziarie e legali, in cui l’aveva lasciata il marito. Poi, come descrisse ne Il libro dei cambiamenti della Fortuna, si ritrovò con un animo forte e ardito, insomma, da uomo. E come fanno gli uomini, lei volle scrivere. Fortuna mi insegnò questo mestiere. E Cristina non solo aprì una bottega di scrittura, ma ebbe talmente successo con le sue ballate da riottenere protezione a corte. Si fece ritrarre così, sola nel suo studio, seduta allo scrittoio, al lavoro, a legittimare il suo ruolo nel mondo della scrittura dominato dagli uomini.

Ne La città delle dame pone, tra le tante, due domande fondamentali per la questione di genere. La prima legata alla nascita delle figlie femmine, che provocano turbamento nei mariti desiderosi di un figlio maschio; la seconda sull’opinione comune maschile secondo la quale non è bene che le donne apprendano le lettere perché le corrompono.

Cristina narra di come, interrogandosi (Volevo capire in coscienza   e in modo imparziale se poteva essere vero  ciò che tanti uomini illustri, gli uni come gli altri, testimoniavano. […] ma, non riuscivo a riconoscere né ad ammetter il fondamento di questi giudizi contro la natura e il comportamento femminile), ebbe una visione: la visita di tre dame che la illuminano. Ragione, Rettitudine e Giustizia   guideranno nel cammino la coraggiosa autrice che, nientemeno, vuole erigere una città abitata solo da donne!  

Le Fondamenta saranno le pietre indicate da Ragione: grandi regine e guerriere, da Semiramide alle Amazzoni; le alte mura di cinta le donne intelligenti illuminate dalla scienza, a partire da poetesse come Cornificia, Saffo e Carmenta che inventò l’alfabeto latino, per finire con le creatrici di nuove arti; Rettitudine guiderà, a sua volta, nella costruzione di case e edifici, Cristina, che avrà a modello le dieci Sibille e le profetesse; con Giustizia, infine, la città sarà popolata di donne sagge e virtuose: sarà aiutata in questo dalla Vergine che con un libro in mano, insieme a santa Caterina, difenderà la città delle dame dai nemici.

Ma le dame di cui la nostra scrittrice ci parla non sono nobili per censo, bensì di spirito. Che Dio sia lodato, mie eccellenti Dame! La nostra Città è costruita e completata. Voi tutte che amate la virtù, la gloria e la lode, vi potrete essere accolte con i più grandi onori: è stata fondata e costruita per tutte le dame onorate, quelle del passato come del presente e del futuro.

Entriamoci anche noi, in questa città. Tutte.

ennebi

 

 

 

 

Scrivi commento

Commenti: 2
  • #1

    Caterina (sabato, 12 novembre 2022 18:21)

    Ebbene, io voglio entrare in questa città… o forse la abito già… chissà! Quel che è certo, cara la mia scrittrice, è che tu sei molto donna molto attiva in questa città ❣️

  • #2

    Nuccia Benvenuto (domenica, 13 novembre 2022 10:03)

    Certo che anche tu la abiti! Vicine o lontane si cresce nel confronto. E come si sta bene in città con dame come te.