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DIARIO C'era un paese /8

 

 

C’era un paese, Corigliano (oggi città fusa con Rossano), dove sono nata, dove vorrei morire.

Ma non abito più là, vicino all’edicola votiva della madonna di Costantinopoli che nel Seicento è andata in sogno alla moglie di un giudice e le ha indicato il luogo in cui voleva che fosse posta la sua immagine. A pochi metri da casa mia, in via quattro novembre numero uno. Una memoria difficile, altro che Combray… Fra le pareti della mente, inseguo un dettaglio, una luce, un sospiro.

Mia nonna vestita di nero, al camino, che sfoglia una rivista contandone le pagine: è cieca. Ho sempre poco tempo per farle compagnia e, se mi siedo accanto a lei, ho un libro in mano. Sono l’indemoniata dei libri, dello studio, della lettura. Studio e libri. Viaggi (mio padre ci porta in giro per l’Europa) a occhi aperti e a occhi chiusi (da brava visionaria), amori delusi, una chitarra mai suonata, una commedia mai messa in scena, l’odore del pranzo lungo le scale. Le note di A chi di Fausto Leali salgono fino in soggiorno (il complesso de l’Altro mondo fa le prove lì, sotto casa mia) e si propagano per tutto il rione Falcone fino a rimbombarmi nel petto.

Le luci al balcone sono di rito durante le processioni, come la coperta buona e l’aria compunta e seria, ma, io, da piccola ho paura degli incappucciati e da grande mi turberanno.

'U capillaru 'i ri  fimmini va in giro per le strade e compra i capelli delle donne, in cambio dà oggetti di ogni tipo. Nel silenzio sento ancora il suo ritornello nelle orecchie. La vecchia, ma ancora piacente, prostituta stende i panni sull’astrachielli. La siggera non impaglia più sedie, è troppo vecchia, se ne sta seduta sulla soglia, in mezzo alla strada. E poi il pallone dei ragazzi rotola giù per la discesa o vola verso qualche finestra. La tegola cade in testa a donna Marianna durante i lavori del tetto. Dieci lire per i formaggini di cioccolata con Lupetto sull’etichetta colorata, oppure le caramelle all’anice o i pesciolini di liquerizia dolce: ti avvolgono il palato in una spirale che ti risucchia. Mi scoccia andare in chiesa: se ci vado, durante l’omelia penso ad altro e non ho voglia di confessarmi: che cosa, poi, dovrei confessare a uno che sta dietro un paravento? Imparo ad andare sui pattini a rotelle: è questa, forse, la libertà?

L’eidos del paese si è fatta strada lentamente dentro di me per scalciare con prepotenza in questi ultimi anni.  Si materializzano, sul più bello,  davanti ai miei occhi, immagini che una volta mi rendevano insofferente e che oggi non abbandonerei mai: i vicoli, le scalille, le salite. Le  discese dell’anima mia.

Chissà perché ho sempre voglia di tornare a casa mia. Da quando me ne sono andata,  più di quarant’anni fa, l’ho sognata tante volte. Se mi concentro, seguo un tracciato mentale che mi porta in tutte le stanze, alla disposizione dei mobili, delle suppellettili. La mia stanza con i libri e la coperta di ciniglia azzurra, i poster al muro, il mangiacassette sul comodino e il diario mai scritto nel cassetto. Non cambierò mai? Mi trasformerò: ma  resterò sempre aggrappata alla mia casa, al mio paese, al seno di mia madre. Abbraccerò mia nonna e suoi occhi spenti brilleranno nel buio dell’aldilà.

Si nasce, si muore. Nel frattempo un modo qualsiasi per sopravvivere si trova sempre.  A volte anche per essere felici.

 

ennebi

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Commenti: 5
  • #1

    Maria Antonietta (domenica, 22 maggio 2022 12:01)

    É la bellissima descrizione di un vissuto . Anche io ripercorro idealmente gli stessi percorsi . Ricordo perfettamente casa tua , il vicolo , il Rione ….. e vorrei ritornare in quei luoghi �

  • #2

    Nuccia Benvenuto (lunedì, 23 maggio 2022 07:26)

    Grazie. È bello viaggiare insieme nel passato...

  • #3

    Antonella (giovedì, 26 maggio 2022 16:51)

    Così viva e così nostalgica tale immagine. Ricordi che sono tanto presenti da non volersi definire "passato", perché passato non è, quando la memoria li fa ben vivere nel presente. Bellissimo, Nuccia.

  • #4

    Filomena Presta (venerdì, 27 maggio 2022 16:02)

    L’importanza dei luoghi lo conferma il vissuto… ripercorrere una via a volte è come ripercorrere una vita. Complimenti ❤️

  • #5

    Nuccia Benvenuto (venerdì, 27 maggio 2022 18:48)

    Grazie per queste conferme. I luoghi dell'anima restano tali. Il passato diventa dolce nostalgia condivisa.