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FABULA RASA /72 Il Risorgimento di Cristina

Nel luglio del 1842 una donna bussò a casa Manzoni per salutare la sua amica del cuore Giulia Beccaria che stava morendo, ma il figlio Alessandro – forse ignorando il passato materno? –  le impedì, a causa della sua scandalosa condotta, di entrare. Stiamo parlando di Cristina  Trivulzio di Belgiojoso (1808-1871),  giornalista e scrittrice, editrice di giornali rivoluzionari –  molte sue opere sono incentrate sugli anni della prima guerra d’indipendenza – e patriota che partecipò attivamente al Risorgimento italiano. Autrice di molte opere fra cui Osservazioni sullo stato attuale dell’Italia e sul suo avvenire e Sulla moderna politica internazionale.                                            

Scrive di lei Arcangelo Ghisleri nella prefazione a L’Italia e  la rivoluzione italiana:

Questa donna d'ingegno e di vita singolari, che sussidiò le cospirazioni di Mazzini e accolse le idee dei sansimoniani, pubblicò quattro volumi sul domma cattolico e soccorse i profughi rivoluzionari in Parigi, dove il De Musset, Giuseppe Ferrari, Thiers, Giorgio Sand e una pleiade di altri intellettuali la circondarono della loro stima e amicizia. Scrittrice vigorosa e ammirata, accorre a Milano nel 1848 guidando un battaglione di volontari napoletani; poi, cadute tutte le speranze di Lombardia, la vediamo in Roma curare negli ospedali i feriti difensori della repubblica; viaggiatrice irrequieta nell'Oriente, e pacifica benefattrice de' suoi contadini nel campestre ritiro di Locate; pensatrice positiva e sognatrice romantica; repubblicana e poi albertista; di nuovo repubblicana e poi cavourriana e autrice d'una apologetica Histoire de la maison de Savoie — questa donna singolare si presenta come la Sfinge, sfida e scombussola il pettegolo semplicismo dei cacciatori di aneddoti e la presuntuosa vanità dei critici, e meriterebbe (ancora non è comparso) un biografo psicologo, il quale, alla profonda conoscenza dell'ambiente sociale e delle correnti storiche tra cui ella visse, accoppiasse la coscienza delle difficoltà di cogliere e spiegare tutte le faccie e le apparenti contraddizioni di quell'anima foscoliana, incarcerata nelle vibranti seduzioni della venustà femminile.

Cosa aggiungere a questo splendido ritratto, scritto per giunta da un uomo? Che a sedici anni  rifiutò il matrimonio con un cugino per sposare lo squattrinato principe di Belgiojoso; lei gli portò in dote 400.000 lire, lui la sifilide. Il marito la tradì spudoratamente, proponendole anche un irricevibile ménage a trois, fino a che lei non lo lasciò.  Naturalmente la separazione le costò la reputazione. A lei. Desiderata da molti fra cui Sthendal,  De Musset, Bellini, ebbe un unico amore: lo storico  Francois Mignet. Mameli ebbe la consolazione di morire fra le sue braccia. 

Ma ecco cosa scrive la Belgiojoso… Della presente condizione delle donne e del loro avvenire: «La sorte toccata alle donne non è punto felice, e, che è ancor più doloroso, la presente loro condizione si oppone a qualsiasi svolgimento delle loro potenze intellettuali». Cristina, partendo dalla tesi che la società si è formata sull’inferiorità delle donne – un avanzo della passata barbarie – analizza la condizione femminile, in tutti i suoi aspetti, con lucidità intellettuale e lungimiranza e con speranza. «Vedo che alla mia patria spetteranno le lodi e la gratitudine universale per avere felicemente e saggiamente troncata la quistione del valor femminile, e della condizione che alla donna si compete. Vogliano le donne felici ed onorate dei tempi avvenire rivolgere tratto  il pensiero ai dolori ed alle umiliazioni delle donne che le precedettero nella vita, e ricordare con qualche gratitudine i nomi di quelle che loro apersero e prepararono la via alla non mai prima goduta, forse appena sognata, felicità!» Vorrei ricordarvi che lo scrive nel lontano 1866! Di certo dobbiamo ricordare il suo nome come quello di una pioniera. «Le donne che ambiscono un nuovo ordine di cose, debbono armarsi di pazienza e di annegazione, contentarsi di preparare il suolo, di seminarlo, ma non pretendere di raccorne la messe. La presente generazione non può se non preparare giorni migliori alle generazioni future». Ma quel previsto Risorgimento delle donne si è totalmente compiuto? Lei continua a ricordarcelo con i suoi occhi neri che spiccano sul pallore del viso nel capolavoro di Hayez.

Nel 2021 finalmente le è stata dedicata una statua che farà di certo superare l’orrore  per l’oblio alla caldissima propugnatrice della libertà che riuscì a vedere l’Unità d’Italia prima di morire.  Una bella vendetta postuma che la sua statua sia stata posta di spalle alla casa del Manzoni!

ennebi

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Commenti: 6
  • #1

    Mariolina Rocco (domenica, 19 maggio 2024 15:55)

    Cara Nuccia, ancora una volta grazie, per averci aperto una finestra su aneddoti storici e letterari che, troppo spesso, dimenticano di recare il giusto tributo al ruolo delle donne...�

  • #2

    Miriam Messina (domenica, 19 maggio 2024 17:45)

    Che meraviglia. Sei bravissima come sempre Nuccia.

  • #3

    Nuccia Benvenuto (domenica, 19 maggio 2024 18:29)

    Grazie, Mariolina. Grazie, Miriam.
    Avere lettrici come voi mi incoraggia a scavare sempre di più nella condizione femminile.

  • #4

    Erminia (domenica, 19 maggio 2024 18:29)

    Una recensione ricca di notizie storiche e di annotazioni personali.
    Uno sguardo approfondito sui profili di donne che hanno contribuito a fare la storia e l’evoluzione del genere femminile

  • #5

    Antonella B. (lunedì, 20 maggio 2024 09:30)

    Anche quella di Cristina è una vita esemplare che tu, Nuccia, hai il merito di presentarci così accuratamente riuscendo a far riflettere su come l'intelligenza e l'indipendenza femminile abbia dovuto urlare prima di essere eventualmente ascoltata. Grazie

  • #6

    Nuccia Benvenuto (lunedì, 20 maggio 2024)

    Grazie, Erminia. Grazie, Antonella. Avere compagne come voi mi fa assaporare ancora di più il piacere del nostro viaggio al femminile.