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FABULA RASA /4 Più Preziosa non si può!

 

Chi ha scritto la prima recensione della storia? Una donna: Madame de Sablé. E chi il primo romanzo psicologico della letteratura? Un’altra donna: Madame de La Fayette. Ambedue intime amiche di La Rochefoucauld, stimate da Gilles Ménages, ma soprattutto Preziose! Eh, sì, il Preziosismo (Précieusité),  nato nel salotto di Madame de Rambouillet. E le Preziose, donne il cui valore, la cui preziosità non si ottiene per differenza di genere: esse non hanno bisogno di dimostrare di essere uguali agli uomini ma, al contrario, l’appellativo è il simbolo del femminile. Non dimentichiamo M.me Dacier, esperta filologa e traduttrice,  e M.lle de Scudéry, autrice de La carte de tendre (La carta della tenerezza), mappa dei luoghi dell’amore, considerata il manifesto del movimento. E tante altre. Ma la mia attenzione va a La principessa di Clèves di M.me de La Fayette, romanzo in cui è sapientemente descritto l’innovativo tema (che diventerà leitmotiv  nella letteratura successiva) del conflitto lacerante fra il desiderio dell’amore e il turbamento della passione contro la ragione e il senso del dovere. La protagonista non ha tradito il marito di cui è devota sposa (fedele?) ma è innamorata di un altro cavaliere, cui non si concederà mai. Confessa il suo smarrimento al coniuge ma la sua sincerità lo uccide. (Forse cornuto sarebbe vissuto felice e contento per sempre?). Il senso di colpa fa da padrone e non la libera: deve espiare in monastero e vivere nella virtù, esempio di santità. Rinunciare all’amore. La principessa senza nome è l’ideale astratto di una società femminile (quella di metà seicento francese) che vorrebbe superare la lotta fra la facciata esteriore della vita e quella intima, vissuta autenticamente. Non ci è riuscita. E noi?

 

ennebi

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