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FABULA RASA /39 Natalia nel pozzo (con Alba)

 

Non capita tutti i giorni la fortuna, per capire cosa ti sta succedendo, di imbatterti in un vecchio articolo (Mercurio, 1948) di Natalia Ginzbur, l’autrice che ho molto amato per Lessico famigliare. Mi riferisco a Discorso sulle donne.

 L’autrice ricordava un altro suo articolo sulle donne scritto subito dopo la Liberazione, e si rammaricava che fosse stupido, non solo per la prosa “in ghingheri”, ma soprattutto perché si rendeva conto di non essersi preoccupata, a suo tempo, di vedere le donne come erano/sono realmente. Facile parlare, insomma, di donne inventate e liberarle. Difficile farlo con le donne reali, delle quali aveva tralasciato di rivelare la cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro, e annaspare per tornare a galla: questo è il vero guaio delle donne […] che non c’è negli uomini […] qualcosa che proviene proprio dal temperamento femminile e forse da una secolare tradizione di soggezione e schiavitù e che non sarà tanto facile vincere[…] Le donne pensano molto a loro stesse e ci pensano in modo doloroso e febbrile che è sconosciuto ad un uomo […] E quello che devono fare è difendersi con le unghie e con i denti dalla loro malsana abitudine di cascare ogni tanto nel pozzo, perché un essere libero non casca quasi mai nel pozzo e non pensa così sempre a se stesso ma si occupa delle cose che ci sono mondo […] Così devo imparare a fare anch’io per la prima volta perché se no non potrò combinare niente di serio.

 

La direttrice della rivista, Alba de Céspedes (che, per il suo Quaderno proibito, mi resta sempre nel cuore), rispose alla sua carissima amica che, dopo aver pensato, sebbene per un solo momento, di non pubblicare l’articolo, per non rivelare agli uomini il segreto delle donne, aveva preso in considerazione il fatto che così come noi donne siamo sempre disposte a capire i problemi degli uomini anche loro dovrebbero tentare di capirci, e che, eventualmente, leggerlo, quell’articolo, sarebbe stato per loro assai utile. Ma, aggiunge: Al contrario di te, io credo che questi pozzi siano la nostra forza. Poiché ogni volta che cadiamo nel pozzo noi scendiamo alle più profonde radici del nostro essere e nel riaffiorare portiamo in noi esperienze tali che ci permettono di comprendere tutto quello che gli uomini - i quali non cadono mai nel pozzo - non comprenderanno mai […] Nel fondo più profondo di ogni pozzo sono tutte le dolorose e sublimi verità sull’amore e noi siamo spesso infelici perché vorremmo trovare un uomo che anche lui cadesse nel pozzo, e tornando su, sapesse quello che noi sappiamo. Questo è impossibile, vero, cara Natalia? Del resto tu non lo dici, ma spesso sono gli uomini a spingerci nel pozzo […] con tanta spietata innocenza [...] Le donne possono farci cadere nell’ira, nell’invidia ma non nel pozzo.  Ma volevo dirti che, a parer mio, le donne sono esseri liberi. E volontariamente accettano di essere spinte nel pozzo, ma dovrei parlarti anche, per essere onesta, di tutte le gioie […] E di queste non posso parlarti perché oggi mi trovo - come spesso - nel pozzo.

 Cos’altro aggiungere? Ne riparliamo non appena anch’io risalirò dal mio pozzo. Magari nella prossima pillola.

 ennebi 

 

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