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FABULA RASA /56 Le contraddizioni di Neera

                     

alla fine della mia vita di fanciulla, Neera non è ancor nata, quantunque il bellissimo nome scorto in un libro scolastico delle Odi di Orazio mi avesse già colpita in modo straordinario e così tenace che allorquando, più tardi, volli scegliere uno pseudonimo non tentai neppure di cercarne un altro. Narra di sè Anna Maria Zuccari Radius (1846-1918) in Una giovinezza del 1X secolo.

Per la festa della donna ho scelto questa scrittrice poco conosciuta. Così scrive di lei Benedetto Croce: Il pregio, in cui ho sempre tenuto gli scritti di Neera, non ha trovato, a dir vero, generale consenso nel nostro mondo letterario, dove a questa scrittrice gentile, austera e nobilissima si assegna di solito un posto assai inferiore al merito - e così combattuta. Sarà che, noi donne, combattute lo siamo sempre, oscillando fra l’essere e il dovere essere, e così  o sprofondiamo nei nostri conflitti interiori o restiamo sospese nelle nostre contraddizioni. Nel 1876 Neera, in un articolo, scriveva: La donna è nata per piacere agli uomini, per propagare la specie, migliorarla, ingentilirla e far calze. Io non le riconosco altre missioni e mi pare ve ne sia abbastanza. Togliete la donna alla casa e non avrete più né casa né donna.  Come spiegarci dopo questo antifemminismo dichiarato, nel 1878, un romanzo  dal titolo Vecchie catene? Sono proprio quelle catene che legano la donna alla vecchia e famigerata condizione di ruoli subalterni. Le donne, però, sono diverse dagli uomini e già questo è, per l’autrice, un grande punto di partenza. Sarebbe giudizio grossolano il credere che dal solo atto materiale di unirsi ad un uomo dipenda la felicità della donna. Quindi, Neera, anche se non femminista, segue la crescita dell’identità femminile riuscendone a cogliere tutte le sfumature. Non si sofferma sul ruolo, ma scava nell’animo della donna: è, la sua, un’analisi introspettiva. Mancando intorno a me l'ossigeno di vita vivevo altrove, nell'ideale, nel sogno che erano per me la sola verità, la sola felicità, qualche cosa di indivisibile dalla mia carne e dal mio sangue. Oh! le giornate d'inverno trascorse in quel salottino dalla tappezzeria cupa, davanti al tavolinetto dove ammucchiavo i miei cuciti, i rammendi che non finivano mai.... E l'anima ardente volava!... Quando qualcuno vuol sapere gli studi preparatori che feci per scrivere la trentina di volumi da me pubblicati, rispondo: calze e camicie, camicie e calze la mia esistenza si riassumeva nel pensiero. Proprio nell’ideale romantico (poi svelato) la donna cerca di sfuggire alle mediocrità del reale, del quotidiano.  Amore e matrimonio sono il filo conduttore della Trilogia della giovane donna. In Teresa, la protagonista vuole sposarsi ma il padre si oppone; lei si sente in trappola,  mentre accudisce fratelli e sorelle. Finirà nella depressione: Ah! come avrebbe voluto ricominciare la vita ora che la conosceva meglio. Quando era assalita da questo rammarico, si struggeva, con una melanconia acuta…  La Lydia dell’omonimo romanzo è combattuta fra la voglia di emanciparsi e l’attaccamento al ruolo che conferisce il matrimonio a una donna. Finirà per suicidarsi: Dicendo «è inutile» Lydia si toccava il cuore, se lo sosteneva come un povero membro disfatto. Ne L’indomani Marta arriva a vedere il matrimonio come estraneo all’amore. È così che Neera fonde il realismo e il sentimentalismo che le avevano appiccicato addosso come etichette, ma che diventano sue peculiarità. Tutto muore, tutto nasce, tutto cambia, tutto si rinnova, le tombe scoperchiate servono di culla, i cuori insanguinati e piangenti danno nuovo sangue e nuove lagrime alla vita. Avanti, coraggio!                                                               

Femminista, antifemminista, non importa. La sensibilità di Neera è immensa. Il solo vero è dentro di noi.

W le donne e W pure le nostre contraddizioni!

ennebi

 

 

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