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DIARIO Il sacchetto del cuore /3

L’altro ieri ho sentito una fitta nel petto. Di sicuro ho stretto troppo il filo del sacchetto. Volevo conservare al riparo da occhi indiscreti, proteggendoli dall’usura del tempo (si sa che è un tiranno, lo dicono tutti), le note della nostra canzone al juke-box, il ticchettio dell’orologio a pendolo che stava nel soggiorno, la nostalgia per gli occhi spenti di mia nonna, il profumo di sere d'estate di una volta, la solitudine che ti fa crescere (siamo soli nei nostri pensieri e rimaniamo soli nel nostro cuore), e quella poesia che scrissi quando ancora cercavo (ma senza lanterna) l’uomo. Come faceva? Mi pare si intitolasse Oltre (il cuore dell’Universo). Sì, è proprio lei. Finiva così: Ho il cuore dell’Universo / nel petto / che danza con il mio. / Oltre questo cuore / aspetto / il mio ritorno.                                                                 

Nel  1967 Barnard fece il primo trapianto di cuore. Ma si può vivere con il cuore di un altro? Oppure c’è il rischio di sentire, percepire, addirittura amare come il legittimo, ma sfortunato precedente proprietario?

Forse si ama più con la mente anche se ci illudiamo che sia questo bastardo muscolo involontario a farci fare spesso le cazzate che facciamo per amore.  Infatti diciamo che abbiamo perso la testa. Ma io preferisco dire: farsi rubare il cuore. Boh! Magari la semplicità naturale consiste solo nel suo pulsare per mantenerci in vita, a riposo, con  un numero  inferiore a sessanta battiti al minuto - anche se il mio cuore è diventato piuttosto ballerino con gli affanni della vita.  Certo, mi è sempre piaciuto ballare, ma, in questo caso, meglio non esagerare...

La verità è una gran brutta bestia e il senso di colpa  è un mostro. Dove ho sbagliato? cosa non ho fatto? bla bla bla… C’è un punto nel quale si arriva per sentirci smarriti?  Credo riguardi il fatale allontanamento da ciò che siamo stati e che ora non siamo più. Il contatto con il proprio io o, appunto, con il proprio cuore. Senza più finzioni. Liberarsi da se stessi oppure imparare a conviverci (impossibile!). Che cosa chiamiamo per nome: amore, vita, cuore, consolazione? Rianimazioni continue, fra i codici verdi e rossi dei ricoveri amorosi, trasfusioni di autostima e di realismo. Ci vorrebbero i raggi X per capire se lui/lei ti ama davvero o vuole solo ingannare il tuo fragile cuore. Urgenze per un amore che non c’è o non c’è più. Emergenze per cuori spezzati, infranti, trafitti. Cuori a pezzi, sanguinanti. Maledetto/benedetto sia Cupido!  Cuori matti da legare. Cuori in tempesta.

Sì. Legatemi. Imbavagliatemi. Altrimenti resterò a scalciare, ad invocare amore che fa rima con cuore. A squadernare per l’universo mondo tutto l’amore che è in me.  Consolate il mio cuore.  Fermate la molla impazzita altrimenti finirà per sconfinare nel patetico se non nel poetico o addirittura nel patologico. Bloccate il meccanismo imperfetto che ci spinge a canalizzare i desideri in questo povero cuore. Spostatelo nello stomaco: quello, sì, dovrebbe digerire tutto o quasi. Scendete ai piani inferiori dove tutto si risolve (quando va bene) in un orgasmo. Su e giù e i conti tornano sempre. Oppure no. Risalite per la coscienza, lì nei paraggi puoi trovare parecchia roba, lì si annida il nemico, si acquatta la rabbia, il risentimento.  I derby  interiori sono i peggiori. Guerre civili fra cuore, mente, anima. E poi non mi ricordo più.

Ho stretto troppo il filo, cercherò di allentarlo, ma solo un poco. Niente uscirà da questo cuore senza il mio permesso. E mi raccomando, ragazzi,  dati i tempi che viviamo, sursum corda!

ennebi

 

 

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Commenti: 6
  • #1

    Maria Curatolo (domenica, 13 marzo 2022 14:23)

    ... ‘Sanguina ancora’ Paolo Nori, nel suo romanzo, ripercorrendo la vita di Dostoevskij ci fa toccare con mano, come tutto ritorna.
    E la guerra civile tra cuore, mente e anima è la nostra esistenza, che deve fare i conti, anche, attraverso le nostre contraddizioni.
    Grazie, Nuccia, con i tuoi scritti ci spingi a riflessioni che fanno stare bene.

  • #2

    Nuccia Benvenuto (domenica, 13 marzo 2022 14:43)

    Grazie a te, Maria, che sei sempre pronta a dare contributi .Non a caso, Dostoevskij è uno dei miei autori preferiti; e il suo era, anzi è, un cuore degno di venerazione intellettuale e psicologica, oggi più che mai.

  • #3

    Antonella (domenica, 13 marzo 2022 16:47)

    Che bello! Mi sembra un perfetto gioco di immagini e parole che si intrecciano per creare così superbamente pensieri e sensazioni sempre forti e stimolanti. Leggerti è davvero un gran piacere.

  • #4

    Nuccia Benvenuto (domenica, 13 marzo 2022 16:55)

    Grazie, Antonella. La vita è un grande puzzle e sta a noi incastrare i pezzi. Naturalmente, quelli giusti!

  • #5

    Darkness thief (domenica, 20 marzo 2022 17:20)

    Ancora una volta grazie... a te, alle tue parole e ai tuoi frammenti che ci regalano momenti di "bellezza seconda" in questi tempi così bui.
    Leggerti fa bene all'anima.

    Un abbraccio,
    Darkness thief

  • #6

    Nuccia Benvenuto (domenica, 20 marzo 2022 18:16)

    Bentornato! Felice che tu segua i miei frammenti di luce in questo viaggio di ricerca. La prossima "tappa", dopo la mente e il cuore, sarà proprio lei: l'anima.