· 

FABULA RASA /62 Le ferite di Mary

Qualcuno la conosce perché madre di Mary Shelley (l’autrice di Frankenstein) ma pochi sanno che Mary Wollstonecraft (1759-1797), in tempi non sospetti, cioè nel 1792, quando nessuna donna osava parlare di uguaglianza e diritti, scrisse il primo manifesto femminista, Sui diritti delle donne. Già più di due secoli fa, la nostra pioniera rivendicava per le donne, relegate al ruolo di mogli e madri, l’istruzione necessaria per cambiare la condizione imposta loro dalla società del tempo.

Resasi presto autonoma dalla famiglia (il padre era alcolista e violento) lavorando e studiando da autodidatta, Mary aprì anche una scuola, ma senza ottenere il successo sperato. Grazie al lavoro in una casa editrice riuscì poi a inserirsi nell’ambiente culturale londinese, a viaggiare e ad allargare i propri orizzonti. La sua vita fu piuttosto agitata o, come la definì  Virginia Woolf, tempestosa (e per questo, anche dopo la sua morte, fu considerata immorale), ma soprattutto anticonvenzionale e, per i benpensanti del tempo, scandalosa. Si sposò due volte, fra convivenze e maternità, fino alla morte in seguito al parto di Mary, a soli trentotto anni (era stata punita da Dio?).

Questa paladina delle donne che sfidava il conformismo imperante, dopo il fallimento del primo matrimonio tentò per ben due volte il suicidio (col laudano e nel Tamigi). Da Lettere d’amore di Mary Wollstonecraft  (scritte al primo marito,  ma pubblicate dal  secondo, il filosofo Godwin, dopo la morte di lei) emerge la grande passionalità della donna: Trattami con la dolcezza che solo in te ho trovato, ed io, la tua “ragazzina”, cercherò di moderare l’irruenza che spesso ti ha fatto dispiacere; ma anche una forte contraddizione con le critiche agli ideali tradizionali da lei stessa condannati nel suo rivoluzionario pamphlet. Sì, sarò brava, e finché tu m’amerai mai più potrò sprofondare nell’acuta tristezza che mi rendeva così penosa la vita!

L’intellettuale nemica della sciagurata istituzione patriarcale del matrimonio, cosa sognava? Non puoi immaginare con quale gioia pregusti il giorno in cui potremo vivere insieme, e tu sorrideresti ascoltando quanti  progetti ho ora nella testa, adesso che, finalmente nel tuo cuore il mio ha trovato la pace! Lei, che voleva occuparsi di fatti (A seguito di lunghe riflessioni condotte sulle pagine della storia e dopo aver osservato con pronta sollecitudine la realtà che mi circonda, il mio animo è stato sopraffatto da sentimenti melanconici e da amara indignazione. Sospirando, mi sono vista costretta ad ammettere che se non è la natura ad aver stabilito immense differenze fra uomini e uomini, il grado di civiltà raggiunto è colpevole di parzialità) e non di parole infiocchettate  né di donne che desiderano solo ispirare amore mentre dovrebbero nutrire ambizioni più nobili e guadagnarsi rispetto con le loro capacità e virtù; eppure, cosa risponde Mary all’amato Imlay che l’ha tradita con un’altra e vuole risarcirla col denaro? Volevo solo il tuo cuore.

Tirando le somme, non so se il tradimento peggiore sia stato quello fisico di Imlay o quello morale di Godwin (che addusse motivi economici alla pubblicazione  delle lettere della moglie) nei confronti di Mary, o quello di Mary, sul piano personale, nei confronti dei propri ideali. So che le ferite d’amore sono le peggiori e a nulla può l’autonomia intellettuale. Ma perché solo dalle donne ci si aspetta coerenza? Nessuno si scandalizzò mai - per dirne una - che Schopenhauer pur predicando l’ascesi non la realizzò, anzi!  Per quanto scontato possa sembrare scriverlo, è proprio il caso di ribadire che la vita ci insegna che giudicare non è bene e che le contraddizioni sono umane. Nella nostra sfera privata siamo liberi anche di sbagliare. Si procede per tentativi ed errori e la razionalità estrema può diventare solo sacrificio e/o annichilimento.  Trovare l’equilibrio fra ragione e sentimento: si può? Magari basterebbe trovare una cura per le nostre ferite.

Ultimo scandalo suscitato dalla nostra eroina, post mortem, è la statua che nel 2020 le è stata dedicata a Londra, nel parco di Newington Green, da Maggi Hambling, per collocarla - dice l’artista - in una dimensione senza tempo.   Ma come?  Nella sua totale nudità! Apriti cielo… Per molte, che si sono affannate a coprirla, quella vitalità anatomica fa scadere i principi del femminismo - ohibò! A maggior ragione perché creata da una donna.

Chissà cosa ne penserebbero le Mary…

ennebi

Scrivi commento

Commenti: 4
  • #1

    Mattia Pio Gammetta (domenica, 08 gennaio 2023 13:59)

    Mary Wollstonecraft visse in un periodo culturale abbastanza dettagliato e complesso. Si trova in un punto medio, tra l'illuminismo e il preromanticismo. Se vi sono alcuni aspetti, che alludono all'apertura dell'umano e alla sua rivoluzione antropocentrica, é proprio il periodo dell'illuminismo. La voce di Mary, é piccola, ma abbastanza tagliente rispetto all'eco del maschilismo di quel tempo. Mary é una donna, prima di essere madre e come tale, cerca di attingere al ruolo portante dell'apertura, del valore dell'altro. L'altro non é solo il gruppo di uomini, l'altro é senza sesso, il valore dell'alterità é la scoperta e riscoperta di Mary, che a causa della ferita, della vertigine di quel tempo si trova ad essere stigmatizzata come donna immorale ( poco costumata). Mary, é il manifesto vivo ed integro della riscoperta dell'altro, della moralità e dei costumi delle donne. Che la ferita tra vita e morte di Mary, sia per noi un cardine educativo, una "paideia" per l'epoca post contemporanea. Sia la sua immagine ignuda dal patriarcato ad essere il manifesto vivo della vera scoperta dell'umano e del valore dell'alterità! Grazie Mary, che nella tua vita breve hai saputo testimoniare la ferita e la cura verso l'altro.

  • #2

    Linda (domenica, 08 gennaio 2023 16:14)

    Sempre più interessante e illuminante questa bellissima galleria di Donne ��

  • #3

    Francesca Palummo (domenica, 08 gennaio 2023 20:02)

    La coerenza delle donne, pura verità!

  • #4

    Nuccia Benvenuto (martedì, 10 gennaio 2023 14:30)

    Vi ringrazio per le riflessioni e gli incoraggiamenti.